Riflessioni sul web marketing

Alla cena di venerdì scorso ho avuto il piacere di ritrovarmi in mezzo a 3 fra i principali players del web marketing in Italia (sia personalmente, sia come luogo di aggregazione di esperti ed appassionati). Jacopo Gonzales con il suo Marketing Routes, Enrico Madrigrano con Wmtools e Orazio Tassone con Onemarketing sono alcuni dei nomi di riferimento per chi vuole seguire news, post, eventi, discussioni legate al mondo della promozione su Internet a 360°. Ho escluso ovviamente le aziende che lo fanno di mestiere come Sems, TSW, ecc che contengono al loro interno dei professionisti dedicati a una o più attività (pay per click, newsletter, pubblicità tabellare, email marketing..).
Pur avendo un taglio diverso, i 3 blog sono fra i pochi che offrono una buona fonte di aggiornamento e riflessione sul web marketing e sulla comunicazione online.

Complice un buon tasso alcolico, e un clima da allegra brigata, le chiacchere sono volate via a briglia sciolta azzerando eventuali conflitti o competizioni fra blog e professionalità. E abbiamo ragionato un po' sullo stato del (web) marketing in Italia.

Se ultimamente emerge un forte interesse per il mondo della visibilità online, mi pare (e non solo a me) che questo sia più orientato al seo, al lato tecnologico, e molto meno al lato comunicativo, umano, sociale. Un approccio che ignora abbastanza il marketing.
Quando moderavo nel forum di giorgiotave (presente anche lui alla cena di venerdi) ricordo che con Calogero Dimino ed Enrico Ladogana (aka Catone) parlavamo della difficoltà di trovare un livello elevato nelle discussioni di web marketing, e ci trovavamo più spesso a dover rispondere a chi ci chiedeva quanto costa un banner o come fare una landing page.

Dei vari seo che ho avuto modo di conoscere più o meno in profondità sono pochi quelli che accomunano grande tecnica e grande attenzione alla comunicazione, ai contenuti, al copywriting.

Fra le eccezioni un applauso a Kerouac (anche lui presente alla cena) che alterna intuizioni geniali a domande molto sensate sull'uomo che sta dietro la macchina.. e su come sfruttare questo dal punto di vista commerciale.
Un altro che di questo e della web analysis (così trascurata dai seo) ha fatto un arte è Fradefra (che non a caso scrive su molti dei blog/forum citati sopra).
Ci sono di sicuro altri casi meno noti e visibili (penso a Ryan) ma anche contandoli tutti, sono ben pochi. Soprattutto se raffrontati al mercato americano dove bloggers e discussioni sul web marketing si sprecano.

Eppure il tema della visibilità è cruciale nel mercato di oggi. Capire, ascoltare, immergersi nel flusso dei contenuti generati dagli utenti non è cosa da poco. Ma al tempo stesso padroneggiare questi strumenti può rivelarsi un successo.
Possibile che non ci sia interesse per questo e si continui a parlare di pagerank, di doorway, di link da scambiare..?


con questo post penso di essermi guadagnata un altro mojito offerto da marketing routes!

Comments

Anonymous said…
Penso che il problema non risieda negli addetti ai lavori, ma in ciò che realmente chiedono i clienti.

In Italia il marketing è sinonimo di pubblicità per la maggior parte delle persone, questo porta a richiedere servizi specifici che aumentino la visibilità, invece di commissionare lo sviluppo di vere e proprie campagne di web marketing.
nellifirenze said…
si forse in parte è dovuto al cliente, ma in parte anche a chi ci lavora.
detto questo so bene quanto sia pesante "formare" i clienti.

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